(Σημείωση ιστολογίου - Τα κόκκινα γράμματα είναι δική μας προσθήκη)
Caro Fratello in Cristo e Priore Enzo, (Αγαπητέ εν Χριστώ αδελφέ και Ηγούμενε Enzo),
Amati membri della Comunità di Bose,
Relatori e partecipanti adunati a
convegno,
È con grande piacere e sincero
compiacimento che rispondiamo al cortese invito rivoltoci dal Priore della vostra santa comunità (Ηγούμενο της Ιεράς Κοινότητας σας) e dagli organizzatori del
XX Convegno ecumenico internazionale a indirizzare un messaggio in occasione
del convegno intitolato: “Uomo, custode del creato”, che dovrà essere
ufficialmente presentato da Sua Eminenza il Metropolita Giovanni di Pergamo in
qualità di nostro rappresentante ufficiale a questa promettente assemblea.
Il
vostro convegno considererà vari aspetti della protezione e della custodia
della creazione di Dio – da quello biblico a quello liturgico, da quello
patristico a quello monastico, da quello teologico a quello etico, così come da
quello escatologico a quello contemporaneo –. Al vero cuore della vostra
discussione ci sarà, da una parte, la questione di come definire il ruolo e la
responsabilità degli esseri umani, e dall’altra parte, di come parlare del
carattere sacro della creazione nel mondo di oggi.
I
capi religiosi e i teologi di tutto il mondo oggi riconoscono che la crisi
ecologica è molto più di una semplice questione di protezione ambientale. Nella
misura in cui è indotta dall’azione umana, essa è un problema di carattere
profondamente morale e spirituale. Proseguire sull’attuale cammino di
distruzione ecologica non è semplicemente folle. È non meno di un suicidio,
nella misura in cui mette in pericolo la diversità della terra stessa che
abitiamo, di cui godiamo e che condividiamo. Questo è il motivo per cui abbiamo
ripetutamente descritto questo fenomeno come un peccato contro Dio e contro la
creazione.
È
dolorosamente evidente che la nostra risposta alla testimonianza dei dati
scientifici è stata generalmente riluttante e gravemente inadeguata. A meno che
non prendiamo misure radicali e immediate per ridurre le emissioni derivanti da
insostenibili – di fatto ingiustificabili, per non dire semplicemente ingiusti
– eccessi nelle richieste del nostro stile di vita, l’impatto sarà allarmante
quanto imminente.
A
questo riguardo, le chiese devono indubbiamente mettere ordine anzitutto in
casa propria: i nostri fedeli devono imparare ad affrontare l’urgenza della
questione. Tutti noi dobbiamo comprendere la necessità di un cambiamento
profondo nei nostri cuori. E dobbiamo discernere la connessione tra impegno spirituale
e pratica morale ecologica. Le comunità religiose sono nella posizione adatta
per accogliere una visione a lungo termine del mondo come creazione di Dio – in
termini teologici, si chiama “escatologica” – e sono anche ben attrezzate per
apprezzare come la creazione è un dono di comunione divina; nel linguaggio
teologico, si chiama “eucaristico”.
Cari
amici, dal caloroso abbraccio del Patriarcato Ecumenico, estendiamo a tutti voi
le nostre ferventi preghiere e, con tutto il cuore, i nostri auguri per un
convegno riuscito e memorabile.
Presso
il Patriarcato Ecumenico, il 12 Maggio 2012,
Unito a voi nella preghiera, (Ενωμένος μαζί σας στην προσευχή)
Bartolomeo,
Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma
Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma
e Patriarca
Ecumenico
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